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Maxi operazione contro il gioco d’azzardo illegale: arrestato il fondatore della piattaforma di pagamento Papara

Martedì 27 maggio le autorità turche hanno condotto una vasta operazione contro un’organizzazione criminale attiva nel settore del gioco d’azzardo illegale. Tra i tredici arrestati figura Ahmed Faruk Karsli, fondatore e proprietario della piattaforma di pagamento elettronico Papara, accusata di aver facilitato le transazioni finanziarie di reti clandestine di scommesse.

L’intervento, coordinato dalla Procura di Istanbul, ha preso il via all’alba con una serie di perquisizioni simultanee in diverse zone della città. Durante le operazioni sono stati sequestrati beni riconducibili all’organizzazione, tra cui otto aziende facenti capo alla holding PPR Inc., imbarcazioni di lusso, 74 veicoli, sette appartamenti e ville, nonché tre cassette di sicurezza. Un tribunale ha affidato la gestione delle società sequestrate al Fondo di Garanzia per i Depositi (TMSF).

L’indagine ruota attorno ai reati di costituzione e partecipazione a un’associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e violazione delle normative turche sul gioco e le scommesse sportive. Secondo i magistrati, Papara, che opera ufficialmente come istituto di moneta elettronica dal 2016, si sarebbe trasformata in un canale privilegiato per il finanziamento del gioco illegale, ponendo gravi rischi alla sicurezza dei sistemi di pagamento.

Dalle analisi condotte dalla Financial Crimes Investigation Board (MASAK) in collaborazione con la Banca Centrale e altri enti, è emerso che oltre cento conti aperti tramite la piattaforma erano impiegati per movimentare fondi su siti illegali. Il denaro transitava attraverso più di duecento conti bancari per poi confluire su sedici portafogli in criptovalute, con un evidente intento di riciclaggio.

Secondo quanto dichiarato dalla Procura, è stato accertato che i titolari di alcuni di questi wallet erano in contatto diretto con i vertici delle organizzazioni di scommesse clandestine, e che Papara avrebbe mantenuto intese riservate con tali gruppi. La piattaforma incassava commissioni a ogni passaggio, adottando un sistema di controllo interno che non interferiva con le attività di scommessa, ma anzi ne garantiva la continuità economica.

L’operazione rappresenta uno dei maggiori interventi finora eseguiti in Turchia contro i sistemi di pagamento digitali utilizzati per attività illecite. I soggetti arrestati rischiano ora pesanti condanne, mentre l’inchiesta prosegue con l’obiettivo di mappare l’intero flusso di denaro e individuare eventuali altri complici coinvolti nella rete.

Redazione Jamma
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